
La terra di Tuscia è quella dei comuni di Canino e di Montalto di Castro. Ma anticamente era la città di Vulci, industriale, artigianale, commerciale. Noi siamo stati in quella che oggi si chiamerebbe "zona artigianale". Abbiamo visto una serie di fornaci e soprattutto le altissime mura della prima cinta della città, appena accanto al fiume Fiora e ad un ponte ormai crollato. Abbiamo visto anche la famosissima Cuccumella, la tomba con il tumulo più grande di tutta l'Etruria, con i suoi 75 metri di diametro. La Cuccumella è anche la prova che un'archeologia forsennata può anche fare un sacco di danni. Prima che fosse restaurata (molto bene) era stata ridotta ad una specie di campo di motocross e, alla ricerca di un inesistente tesoro, era stata tutta bucherellata dai vari ricercatori che si erano succeduti. Accanto alle due tombe etrusche adesso sotto il tumulo è tutto un labirinto di gallerie scavate nella roccia che la fanno sembrare una miniera.
C'era anche un altro studioso e archeologo, nell'Ottocento, che girava per la zona di Vulci, un fiorentino, Alessandro François. Era demoralizzato perché a fronte dei successi di altri come Bonaparte, lui non aveva trovato ancora una sua tomba. Poi un giorno si imbatte in quella che oggi viene chiamata "tomba François". Una tomba contenente dei dipinti bellissimi raffiguranti i miti degli eroi greci e anche l'eroe locale Mastarna che sarebbe poi diventato il sesto re di Roma, Servio Tullio. Affreschi stupendi. Noi siamo entrati nella tomba ma i due affreschi non li abbiamo visti. Da 150 anni sono nell'abitazione dei principi Torlonia che con grande senso della proprietà e disprezzo per il carattere universale dell'arte, li "strapparono" in maniera un po' avventurosa letteralmente segandoli e portandoli nel salotto di villa Albani. Solo qualche anno fa, in cambio di un costosissimo restauro, hanno consentito che uscissero e potessero essere visti da tutti quelli che lo volevano in due mostre, la prima in Germania e la seconda nel Castello della Badia, oggi museo che contiene molti reperti delle tombe di Vulci. Usciranno definitivamente da casa Torlonia per essere restituiti al mondo che dovrebbe essere detentore morale del diritto di poter usufruire dei grandi capolavori? Forse, se lo Stato italiano accetterà di pagare i 15 miliardi di lire richiesti.
E così è finito il nostro giro per l'Etruria. Il viaggio sarà continuato da Sergio Valzania, direttore di Radio2 e Radio3, e da Bruno Manfellotto, direttore del Tirreno. All'ultimo abbiamo fatto uno scherzo a Giuseppe Della Fina, professore di Archeologia che ci ha accompagnato in questi cinque giorni. Gli abbiamo fatto trovare, davanti alla tomba della Cuccumella, una moneta di bronzo che avevo comprato in una bancarella per due euro. Ha avuto un piccolissimo sussulto, quando l'ha raccolta. Ma è durato un nanosecondo. Il nostro uomo è preparato e non si è fatto ingannare.
